Silvia Piconi attraversa l’arte visiva partendo da un background scientifico: studi in psicologia clinica e psicoterapia con un occhio specialistico sull’ipnosi, un approccio in cui il corpo diviene strumento significante, sorta di portale multiplo che crea relazioni sinestetiche con lo spazio, gli oggetti e il vuoto apparente.
A Quantum Experience è un contenitore progettuale che, da alcuni anni, raccoglie gli slittamenti semantici dell’artista. Ogni volta nasce un processo relazionale tra alcune sculture (la memoria complessa del luogo ospitante) e il corpo ginnico dell’artista, un motore aerobico in cui la Piconi, sotto effetto autoipnotico, crea linee di forza, intrecci connettivi, veri e propri flussi energetici che modificano la natura sottostante dei luoghi prescelti.
Al MACRO Asilo l’interazione è avvenuta nei punti nodali del museo, dove opere di collezione e interventi murali hanno definito la scrittura curatoriale del progetto MACRO Asilo. Dalla performance sono nate alcune immagini fotografiche, tenute assieme dal filo rosso che l’artista ha srotolato durante la sua azione, sorta di traiettoria quantica che ha legato assieme il contenitore, le opere ivi contenute e il corpo come scultura viva. In questo sistema di slittamenti linguistici, l’ultima parte riguarda la restituzione dell’esperienza: giovedì 13 giugno sono state esposte le fotografie assieme ad un video e ad un’installazione ambientale di fili rossi. Il tutto mentre le persone hanno dialogato con l’artista e il curatore, scoprendo le motivazioni teoriche e concettuali del lavoro ma anche vivendo la dimensione ipnotica dell’arte dentro un museo d’arte contemporanea.